WAO Festival 2016
Data: dal 4 all’8 Agosto 2016
Location: Monte Peglia – Orvieto
Conduttore: Andrea Samar Molinari
Attività svolte:
Workshop di Biotransenergetica – Corpo del Sogno – 2 ore
Conferenza: Biotransenergetica: La psicologia del futuro – Sviluppare la seconda attenzione e padroneggiare il transe – 1 ora e mezza
Dopo le bellissime esperienze delle ultime due estati (2014 – 2015) all’interno di alcuni festival trasformazionali tra i più importanti d’Europa (Boom Festival, O.Z.O.R.A., Lost Theory), quest’anno ho rinnovato il mio impegno nel portare la Biotransenergetica in questo genere di eventi. Incuriosito dal contesto italiano, ho voluto partecipare ad un piccolo festival alla sua seconda edizione: il WAO Festival, sul monte Peglia, in provincia di Orvieto. Mi ha colpito la grande organizzazione della Healing Area (e in questo devo ringraziare Stefania Sakumbari Devi). Il tendone dove si svolgevano le diverse pratiche terapeutiche era ampio ed impermeabile, e ha permesso di lavorare anche con la pioggia ed il forte vento. Nei giorni precedenti al Workshop sono stati distribuiti circa 200 volantini BTE preparati da Fabio Freddi ed il sottoscritto appositamente per questi eventi. Fortunatamente durante il workshop di BTE non si era ancora scatenato il grosso temporale che avrebbe colpito il festival il giorno dopo. La partecipazione è stata di circa 70 persone. Abbiamo lavorato con la forza archetipica del vento, Iansà nello sciamanesimo afro-Brasiliano. Durante il momento di “Muoversi nel flusso” in cui le persone escono dalla struttura dei movimenti per assecondare il movimento interiore in contatto con la forza ho sentito una grande liberazione di energia. E’ stato un workshop molto forte e molto sentito. Subito dopo il workshop il vento non ha mai cessato di farsi sentire all’interno del festival.
Il fatto di aver lavorato in un contesto italiano mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con tanti operatori e terapeuti (in questo caso la squadra formata da Stefania per la Healing Area era davvero una bella squadra). Ho sentito di far parte di una piccola comunità provvisoria di persone che avevano l’intento comune di far funzionare al meglio la Healing Area di questo piccolo festival. In questo gli organizzatori della Healing Area (The Healing Temple) sono stati davvero eccezionali. Durante questo festival ho avuto anche la possibilità di aiutare altri colleghi nello svolgimento dei propri seminari, a dimostrazione del grande clima di collaborazione e condivisione presente. Sono davvero grato a Stefania e a the Healing Temple per questa bella opportunità.
BOOM Festival 2016
Data: dal 10 al 18 Agosto 2016
Location: Idanha – a – nova – Portugal
Conduttori: Andrea Molinari, Fabio Freddi, Giorgia Fenocchio
Attività: Workshop di Biotransenergetica (Biotransenergetics – A Path To Our True Self) – 2 ore
Trattamento di biotransenergetica (Arte del dono di Sè) – sedute da 50 min., turni da 5 ore al giorno per 6 giorni.
Lingua: Inglese – Portoghese
Il Boom Festival 2016 era il grande evento dell’estate a cui avremmo partecipato per la seconda volta consecutiva. Nel 2014 abbiamo preso coscienza della grande potenzialità di partecipare con il Workshop BTE al festival. Quest’anno ci siamo preparati con anticipo portando al festival numerosi volantini con data e ora dell’incontro, da distribuire durante i primi giorni del festival. Parallelamente io, Fabio e Giorgia siamo stati assegnati ad una squadra di terapeuti, con turni di 5 ore al giorno per i trattamenti individuali. L’organizzazione per i trattamenti era organizzata nel dettaglio, anche più che due anni prima. Le persone potevano accedere direttamente ad un chiosco in cui erano esposti le Bio di ogni terapeuta e una breve spiegazione sul tipo di trattamento che offrivano. Là potevano scegliere di prenotare il trattamento interessato. Essendo un festival molto grande le prenotazioni erano molte, e, anche se a volte non venivano attese, si poteva facilmente trovare qualcuno che si offriva di ricevere un trattamento.
Il giorno del Workshop è stato il Sabato 13 Agosto alle ore 13.30 nella grande Group Tent all’interno dei Being Fields, ovvero la Healing Area del Festival. La partecipazione è stata di circa 200 persone. Ad ognuno è stato distribuito un volantino prima che il workshop iniziasse. Dopo una breve spiegazione abbiamo iniziato la pratica del Corpo del Sogno. Ho condotto l’esperienza passando tra la gente, e Fabio e Giorgia sono stati a supporto, sopra un piccolo palco, per chiarire i movimenti ai partecipanti. Abbiamo lavorato con le forze archetipiche legate all’elemento Acqua (Oxum e Iemanjà). Data la grande partecipazione ed il grande caldo l’atmosfera era quella di un grande rituale di purificazione e di cura. Molti dei partecipanti avevano già partecipato al workshop 2 anni prima. Durante il cerchio di medicina, Fabio e Giorgia hanno suonato il tamburo amplificati da un microfono. E’ stato incredibile vedere come le persone si sono lasciate andare alla pratica e siano rimaste a lavorare nonostante il grande caldo. Ho avuto numerosi feedback molto positivi. Alcune persone addirittura prima del workshop mi hanno fermato dicendomi che l’esperienza del 2014 era stata davvero qualcosa di molto importante e trasformante per loro. Penso che questo workshop sia stato un ottimo modo per far conoscere la BTE a persone di altri paesi. Personalmente è stata un’esperienza fortissima. Inoltre la nostra partecipazione al BOOM ha rinsaldato il nostro rapporto con questa bellissima realtà e con la rete di terapeuti europei che vi gravitano intorno. Non posso far altro che ringraziare l’organizzazione del BOOM Festival per averci fatto partecipare ancora, soprattutto Valentina e Sara, per aver reso possibile la nostra partecipazione. Grazie anche a Fabio e Giorgia per il supporto e l’aiuto prezioso, che ha contribuito a rendere ancora più efficace il workshop.
Storia della BTE ai festival trasformazionali
Già nel 2014 (vedi Diario di Bordo – Boom Festival 2014 di Fabio Freddi) avevo intuito che un evento come il Boom Festival potesse essere un luogo perfetto per proporre una pratica BTE come quella del Corpo del Sogno. Dopo una certa fatica per farmi accettare alle selezioni (l’organizzazione del Boom è davvero molto strutturata) sono riuscito a far inserire il workshop di BTE all’interno del programma della Healing Area. In cambio del mio servizio avrei avuto accesso al festival gratuitamente, In cambio del mio servizio avrei avuto accesso al festival gratuitamente, oltre ad alcuni buoni pasto e ad un posto sulla navetta che dall’aeroporto di Madrid o di Lisbona conduce direttamente a Boomland.
Boom Festival 2014
L’esperienza al Boom Festival 2014 è stata davvero unica. Con il mio collega counsellor BTE Fabio Freddi, che è venuto insieme a me in questo viaggio, abbiamo piantato la tenda all’interno della Healing Area, nella zona più tranquilla del festival. Durante il giorno prima dell’inizio del festival abbiamo incontrato tutti i terapeuti che avrebbero lavorato all’interno della Healing Area. Un cerchio di quasi un centinaio di persone, dai 25 ai 60 anni, tutti professionisti nel campo della cura e della salute, ognuno esperto di un tipo specifico di trattamento e di terapia, ognuno depositario di una tradizione e di una conoscenza differente. Un melting pot di professionisti della salute: impressionante. Il clima, all’interno della Healing Area è sempre stato di condivisione, di supporto, di aiuto e di scambio. Io e Fabio ci siamo spartiti gli orari delle terapie, così che ognuno aveva 2 o 3 ore a testa in cui poteva offrire un trattamento BTE a chi si fosse prenotato. L’organizzazione e la prenotazione delle sedute era interamente gestita dallo staff del Boom, che prendeva gli appuntamenti fuori dalla struttura, una grande yurta suddivisa in piccoli spazi. Le persone che accedevano a questo servizio potevano lasciare un’offerta al terapeuta. Tutto era organizzato perfettamente.
Nel tempo libero ci si poteva godere il festival: a fianco della Healing Area c’era l’area del Sacred Fire, il fuoco sacro, che, come ho già detto era custodito e mantenuto sempre acceso. Intorno al Sacred fire un’area verde e costellata di installazioni luminose che richiamavano al mondo fatato dei funghi, dei folletti e degli gnomi, portava al palco della sacred fire area, un’opera d’arte tutta in legno, in cui si esibivano artisti, ballerini, musicisti e DJs di ogni parte del mondo. La zona della musica più etnica. Ai bordi di quest’area moltissimi chioschi per comprare da mangiare, piccoli ristorantini vegani, crudisti, o semplici bar. Ognuno che ti offriva la sua specialità, la pizza, o la crepe, o gli smoothies alla frutta. Superata l’area del Sacred Fire si accedeva al grande Dance Temple, il tempio della musica, la tenda centrale, il main stage, che quell’anno era ispirato alla Sagrada Familia, la grande basilica di Barcelona, opera dell’architetto Antoni Gaudi. Il tempio era una sorta di versione psichedelica della basilica, un enorme tendone colorato basato su 8 enormi piloni ai lati del quale troneggiano due enormi volti psichedelici di un uomo da un lato e di una donna dall’altro, e che offriva ombra e copertura per migliaia di persone. La notte, ovviamente, tutto era ancora più suggestivo per l’aggiunta delle proiezioni e delle luci fluo. E poi, oltre al dance temple, c’era l’Alchemy Circle, un altro enorme tendone con musica alternativa alla trance: Dark Progressive, Neo Trance, Psy Breaks and Psy Techno, Glitch Hop, Psy Bass, Dub, or Progressive Techno, o qualche altro tipo di musica che ancora non ha un nome; i Chill Out gardens, una tensostruttura enorme a forma di medusa blu dove potersi sdraiare o godere la rilassante musica Chill out. L’area bambini, l’area ristoranti, il Liminal Village dove si susseguivano numerose conferenze sui temi più svariati. Questo e molto altro, tutto su un’area gigante ai bordi di un grande lago. Ogni giorno, quando uscivo dalla tenda e cominciavo a camminare per il festival, sapevo che sarebbe stato un viaggio incredibile, che avrei conosciuto, incontrato, parlato con tantissime persone, che avrei imparato cose nuove, che avrei ascoltato e ballato buona musica, che avrei celebrato la vita come si deve.
Il workshop di Biotransenergetica, è stato un grande successo. La partecipazione è stata di oltre 150 persone, tutte ben disposte ad entrare in Transe, a muoversi seguendo la struttura della pratica, a lasciarsi andare completamente al suono del tamburo. Durante il cerchio di medicina, la fase della pratica del Corpo del Sogno dove le persone si sdraiano con la testa rivolta verso il centro del cerchio e, seguendo il ritmo del tamburo, compiono quello che in BTE viene chiamato il viaggio sciamanico , un viaggio nelle profondità di se stessi per attingere alle proprie risorse interiori. E’ stato davvero un processo di cura molto potente e catartico per tutti i partecipanti del workshop. Alla fine dell’incontro, durante il cerchio di condivisione, ci siamo presi per mano e ci siamo guardati negli occhi. Abbiamo capito di stare facendo parte di qualcosa molto più grande di noi e abbiamo creato un campo molto forte, vivo, positivo. Abbiamo gridato a squarciagola quando abbiamo ringraziato il fatto di essere vivi, di essere incarnati in questo corpo, qui, adesso, e di renderci conto di questa grazia immensa che ci è stata concessa: essere vivi, insieme, felici, presenti e consapevoli. Essere al servizio di noi stessi, del cerchio e del campo. E’ stato un momento meraviglioso, probabilmente uno dei più forti della mia vita. Questo è stato il workshop di Biotransenergetica al Boom Festival del 2014.
O.Z.O.R.A. Festival 2015 – Lost Theory Festival 2015
L’estate successiva ho voluto ripetere l’esperienza di portare la BTE ai festival trasformazionali. Ho passato l’estate 2015 a viaggiare tra l’Ungheria (O.Z.O.R.A. Festival) e la Croazia (Lost Theory Festival). O.Z.O.R.A. è un altro festival trasformazionale gigante, come ampiezza simile al Boom. Un luogo meraviglioso dove mi sono sentito a casa, dove ho potuto conoscere tantissimi artisti, DJ, musicisti, circensi e danzatori, oltre, ovviamente ai numerosi terapeuti ed esperti nel campo della cura e della guarigione. L’organizzazione dell’area Healing non era così meticolosa come al Boom, ma ovunque c’era un clima maggiormente alla mano e familiare. Come se veramente non importasse che tu fossi un terapeuta o un artista. Durante i pasti si mangiava tutti insieme l’ottimo cibo biologico cucinato dalla cucina adibita alla grande famiglia O.Z.O.R.A. Anche questo festival (che contava quasi 40.000 persone) era davvero un mondo da scoprire: Tantissime aree tematiche e palchi con musica di ogni genere, installazioni e opere d’arte all’aria aperta troneggiavano sulle colline, per non parlare delle bellissime strutture in legno su cui si poteva passare pera andare da un parte all’altra del Festival. Il main stage, enorme, a forma circolare era coperto da un tendone multicolore che, come forma, rimandava, come molte strutture ed installazioni in questi festival, alla struttura toroidale. Anche in questo festival sono riuscito a proporre un workshop di BTE che ha contato circa 40 persone. Il workshop si è svolto in un prato molto grande. Anche questo workshop è stato molto apprezzato da chi era presente, e la condivisione è stata molto intensa.
Subito dopo O.Z.O.R.A., sono atterrato ad un festival più piccolo: il Losy Theory, in Croazia. In quest’occasione accadde una cosa molto particolare. Il workshop di BTE si sarebbe svolto all’imbrunire, sotto al tendone della Cultural Area, l’area conferenze del festival, organizzata dall’amico Jeff Basuemer, un gentilissimo ragazzo americano, alto e molto magro, con una passione per lo Yoga e per i rimedi naturali, oltre che per la cultura dei social networks. Stavo iniziando a spiegare alcune mappe della BTE ad una cinquantina di persone in questa specie di anfiteatro interrato coperto da una tenda, quando improvvisamente il cielo ha cominciato a tuonare violentemente sopra le nostre teste. Dopo un paio di minuti un violento scroscio di pioggia si stava abbattendo sulla tenda gettando un po’ di scompiglio tra i partecipanti al workshop. Tantissime persone hanno cominciato ad accorrere sotto al tendone per ripararsi, così che, improvvisamente, mi sono trovato davanti ad una platea di almeno 150-200 persone quasi tutte bagnate ed infreddolite. Se il mio intento inizialmente era quello di condurre un piccolo workshop di Corpo del Sogno, facendo provare alle persone ad entrare in Transe con alcune forze archetipiche attraverso il movimento, ora la situazione si faceva più complicata: la gente era ammassata sotto la tenda, che ad un certo punto ha anche ceduto in un punto, rovesciando almeno 3 litri d’acqua sulla testa di due poveri malcapitati. Cercando di mantenere la centratura e di non perdere il contatto con le persone, ho richiamato tutti a chiudere gli occhi e a cominciare ad osservare quello che stava succedendo in quel momento. Cercavo di fare in modo che si potesse creare insieme un campo di benessere e fluidità, conducendo la pratica dello Zero . Quando è calato il silenzio e si poteva percepire solamente la pioggia che batteva sul tendone della Cultural Area, ho invitato le persone a entrare in contatto con quell’acqua scrosciante, quell’acqua che scorreva tutt’intorno, e con tutto ciò che scorreva dentro i loro corpi. Nel fare questo ho richiamato e informato il campo con un canto dedicato a Oxum , l’Orixà, forza archetipica dello sciamanesimo afro-brasiliano, che rappresenta appunto le acque dolci, la signora dei fiumi, dei laghi e delle cascate. Dopo aver cantato ho invitato le persone a praticare, da seduti, uno dei semplici movimenti del Corpo del Sogno di Oxum, e di rimanere, mentre il movimento avveniva, completamente presenti rispetto a tutto quello che poteva avvenire a livello fisico, emotivo, mentale, energetico e transpersonale. Siamo rimasti dieci minuti in quel Transe delle acque, con la pioggia che scrosciava sopra le nostre teste, che scorreva ovunque intorno a noi, mentre noi eravamo acqua. 200 persone hanno vissuto sulla propria pelle quel Transe, si sono affidati al campo. E quella che prima era solo una conferenza bagnata, si è trasformata in una cerimonia di benedizione alla pioggia. Alla fine del workshop un ragazzo mi si è avvicinato piangendo: “Volevo solo dirti che è stata l’esperienza più forte della mia vita”. Ci siamo abbracciati e ho ringraziato il cielo di essere riuscito a partecipare a quel festival.
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